La Resilienza


Tratto da un capitolo del libro che sto scrivendo.

Abbiamo sentito parlare moltissimo in questi ultimi tempi di resilienza.

Non è una parola facile da tenere in mente, e rappresenta la capacità di superare i momenti critici e le avversità della vita. Esistono moltissimi libri e trattati sulla resilienza e mai come con la crisi del COVID 19 abbiamo dovuto cercare di mettere in pratica alcune abitudini delle persone che hanno questa dote.

Moltissime trasmissioni alla televisione ed alla radio hanno cercato di dare dei consigli per poter superare l’ultima crisi che ha sconvolto l’umanità. Il tutto interpretabile e discutibile in certi casi, ma sostanzialmente utile.

Ho la fortuna di essere una persona estroversa e ottimista di natura, e questo mi ha senza dubbio facilitato il superamento di questa situazione unica, ma anche di altre. Essere resilienti non si applica solo alla realtà odierna, ovviamente.

Negli ultimi anni ho dovuto gestire problemi familiari a causa della morte dei miei genitori, le nascite dei miei due figli, i cambi di lavoro, la gestione del personale in progetti internazionali, il trasferimento definitivo in Spagna dopo la vendita di tuti gli immobili che possedevo in Italia e molto altro.

Sono riuscito a superare tutte queste prove, e non ultimo il lockdown del COVID seguendo delle regole che ho anche trasmesso ai miei colleghi ed al mio team.

Ma quali sono le caratteristiche della resilienza? Vediamo di descriverne brevemente le principali.

Sono resiliente, perché?

Chi è resiliente, ha gran parte delle doti che descriverò in seguito e grazie a queste doti riesce a superare moltissime difficoltà, di ogni tipo e origine.

Sostanzialmente, una persona con una spiccata resilienza:

È cosciente delle sue potenzialità e limitazioni.

Un manager deve sapere fino a dove può arrivare. Grazie alla sua preparazione ed esperienza può affrontare un gran numero di situazioni complesse ma deve esser sempre cosciente dei suoi limiti. Se riconosci i tuoi limiti sai su chi poter far rifermento per portare a termine con successo un progetto e raggiungere gli obiettivi.

È creativa.

In situazioni complesse molto probabilmente le soluzioni standard non sono applicabili o lo sono solo parzialmente. Essere creativi porta a trovare delle soluzioni anche non convenzionali.

Si fida delle sue capacità.

La fiducia in se stessi e nelle proprie capacità è fondamentale.

Considera le difficoltà come una opportunità per imparare.

Un manager anche se da una posizione di rilievo, molto importante, deve sempre essere aperto all’apprendimento. “Open minded”, con una mentalità aperta. Io considero che dobbiamo imparare da tutti anche in minima parte. Essere umili. Fondamentale.

Quando appena laureato lavoravo in un laboratorio tecnico come progettista software per i sistemi radio, un mio responsabile non voleva che un ingegnere progettista andasse in collaudo finale a parlare con i tecnici. Mi diceva. “tu sei l’ingegnere e quello che progetti non deve essere discusso”.

Io andai moltissime volte a parlare con i tecnici del collaudo finale, senza il permesso del mio responsabile. Alcuni di loro non erano nemmeno diplomati. Ma quello che riuscivo a imparare dalla loro esperienza maturata durante tanti anni di test vicino agli apparati era impagabile. Loro erano i veri conoscitori di quello che veniva progettato da noi. Soprattutto come si comportavano gli apparati in situazioni estreme e insolite.

Pratica il “mindfulness” o coscienza piena.

Possiamo anche considerarla come attenzione consapevole, vivere il momento. Il presente. Non il passato, né il futuro. Il passato è accettato mentre il futuro è visto senza esasperazione ma con la giusta dose di preoccupazione ed incertezza.

Il manager si concentra nella situazione attuale. Cerca di risolvere i problemi con l’esperienza maturata anche dalle sconfitte, cercando di interpretare il futuro in modo consapevole.

Vede la vita con obiettività ma da un punto di vista ottimista.

Durante tutta la mia esperienza lavorativa e di vita ho avuto modo di affrontare molte difficoltà e grazie a Dio sono sempre riuscito ad analizzare quelle che succedeva in modo obiettivo, anche con l’aiuto dei miei genitori, di amici fidati e ovviamente di mia moglie con cui ho anche condiviso moltissimi episodi. Sono ottimista e questo mi ha sempre aiutato. Ottimista ma mai credulone o ingenuo. Ho sempre cercato di capire quello che succedeva con criticità, cercando di dare il giusto peso agli eventi. Su tutto ciò ho basato le mie decisioni sin da piccolo.

Si circonda di gente che ha una attitudine positiva.

Senza dubbio. Ho sempre cercato di circondarmi di persone molto positive, con un carattere allegro e che potesse dare vita ai team con cui lavoravo. Ma a volte le persone negative, tossiche, le eredi. La classica mela bacata che rovina anche le altre mele del cesto. Una situazione complicata che ti obbliga a trovare soluzioni immediate per ricollocarla nel più breve tempo possibile.

Consiglio sempre di fare attenzione alle persone tossiche che sfortunatamente appartengono ai propri team per evitare situazioni complicate tra colleghi.

Non cerca di controllare la situazione ma le emozioni.

Nel nostro mondo manageriale esistono moltissime persone che vogliono controllare tutto e non solo nel lavoro ma anche nella propria vita. Quando gli sfugge qualcosa si sentono anche colpevoli e insicure. La persona resiliente non vuole controllare tutto, sa che è impossibile. In aggiunta, hanno la capacità di vivere anche nell’incertezza. In genere queste persone delegano molto e si fidano altrettanto dei propri collaboratori. Controllano le emozioni e vivono serenamente.

È tenace nei suoi propositi.

Nella vita ci poniamo degli obiettivi e chi è resiliente fa di tutto per raggiungerli, la tenacia è un altro fattore molto importante. Se veramente non si desidera qualcosa, è probabile che non si possa raggiungere.

Un manager deve guidare il proprio team verso il raggiungimento degli obiettivi. Trasmettere questa tenacia e collaborando nell’affrontare i problemi.

Mai abbandonare i propri collaboratori.

Affronta le avversità con umore.

Una caratteristica che è molto legata al fatto di circondarsi di persone positive. Anche l’umore aiuta moltissimo al team building. Il fatto di sdrammatizzare certe situazioni anche con umore è un fattore molto importante.

Ho sempre vissuto la mia attività lavorativa con ottimismo cercando di trasmettere molto buon umore. Come si discuteva pocanzi, le persone tossiche sono la rovina di un team e possono mettere a rischio una organizzazione intera.

Chi invece possiede intelligenza emozionale riesce a stabilire un rapporto ottimale con i propri collaboratori. Un legame che si dimostrerà indistruttibile nel tempo.

Cerca l’aiuto del prossimo.

Abbiamo parlato di delega e questo punto conferma ancora una volta che le grandi imprese vengono fatte da manager che credono nel loro team e cercano aiuto se necessario, senza vergogna. Ovviamente cercare l’aiuto del prossimo non è applicabile solo all’ambiente di lavoro. È sempre utile avere qualcuno vicino su cui poter contare nel momento del bisogno o semplicemente per ricevere un consiglio.

Durante tutti i miei anni di lavoro in Italia e all’estero ho vissuto innumerevoli situazioni ed incontrato centinaia di persone e posso affermate che tutto ciò che abbiamo appena descritto mi è servito per raggiungere il successo nella vita.

Un successo inteso non solo come professionale ma anche relativo a tutto quello che ho vissuto e sto vivendo fuori dall’ambiente lavorativo.

2 Comments Add yours

  1. domfama says:

    Condivido ampiamente il tuo post.
    Ho notato in particolare l’aprirsi alle situazioni nuove o impreviste con ottimismo (non voltarsi indietro con rammarico, quante energie perse nel sentirsi vittime, invece che nuovi esploratori) e sapere che ci serve l’aiuto degli altri.
    Da cui l’importanza di sapersi circondare di persone che ci vogliono bene, o che sanno essere positive, capaci di donare.

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